Dalla raccolta differenziata all’industria
Quando si parla di carta per la sostenibilità solitamente si pensa a un protocollo politico-amministrativo, a un accordo fra realtà industriali e associazioni ambientali, o a una lettera di intenti. Ma non è solo questo. La raccolta differenziata della carta è fondamentale per innescare processi di economia circolare, “dove il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse è mantenuto nell’economia più a lungo possibile. Tutti gli outputs di un processo sono input per un altro e perciò muoversi verso l’economia circolare comporta ridurre il consumo di materiali vergini e ridurre la generazione di rifiuti“ (Bellagio Declaration, 2020).
Ruolo strategico nell’economia circolare
Assocarta e Legambiente si sono appellate al governo sulle pagine di un quotidiano affinché le raccolte differenziate della carta vengano considerate essenziali nella gestione dei rifiuti per lo sviluppo dell’economia circolare italiana.
“L’industria della carta e della trasformazione continua a produrre – al servizio del paese – imballaggi per alimenti e medicinali, carte igienico-sanitarie, carte per usi speciali e medicali, oltre che per la cultura informazione – scrivono le due associazioni -. Ma l’industria della carta svolge un ruolo strategico nell’economia circolare del paese: ogni anno più di 5 milioni di tonnellate vengono riciclati e dagli stabilimenti italiani (10 tonnellate al minuto) e nell’imballaggio in carta il riciclo supera ormai lo 80%. Con investimenti in via di completamento che amplieranno la capacità di riciclo, l’industria della carta italiana realizza concretamente e quotidianamente l’economia circolare nel nostro paese”.
Per questo motivo, Assocarta e Legambiente insieme “ringraziano i cittadini, i comuni e le imprese che contribuiscono alla raccolta differenziata della carta, parte dell’economia circolare italiana”.
Dalla produzione della carta ai prodotti alternativi
Per alcune realtà industriali, soprattutto nord europee, è in corso una vera e propria rivoluzione dei propri assetti, una reinvenzione completa della linea di produzione. Di solito questo accade quando un prodotto perde di valore o il processo di produzione diviene più complicato e costoso del prodotto finale. Il problema principale è rappresentato dalla rete. Gran parte della produzione della carta si è interrotta perché il web ha sostituito molti organi di informazione, rendendo inutile e superflua la stampa dei contenuti. Sebbene delle recenti ricerche made in UK sostengano che lentamente il mercato stia tornando verso la carta è questo il fattore scatenante che sta spingendo le aziende che lavorano la carta a trasformare la loro fabbrica di cellulosa in una fabbrica di derivati come la colla, i biocarburanti e la fibra di carbonio per le turbine degli aerei e del vento.
Nuovi impieghi per la cellulosa
In alternativa alla produzione della carta, una nuova generazione di fabbriche di pasta di cellulosa a basso consumo è in arrivo. La crescente domanda globale di materiali privi di fossili contribuisce anche a stimolare l’innovazione ed ecco che nomi di grandi aziende come Stora Enso, UPM-Kymmene, Gruppo Metsa, SCA e Holmen sono alla caccia di nuovi e redditizi impieghi della cellulosa.Gran parte della ricerca è in una fase embrionale e molte di queste aziende non hanno ancora deciso a quali mercati dedicarsi. Ma dopo anni di dolorose ristrutturazioni, alcuni investitori iniziano a vedere nel settore delle prospettive di guadagno.
Un mercato potenzialmente infinito
“Se queste aziende riusciranno a sviluppare nuovi materiali per sostituire quelli a base fossile, il mercato sarà praticamente infinito”, ha detto Sasja Beslik, capo del ramo di finanza sostenibile di Nordea, uno dei principali gruppi finanziari del nord Europa e tra i principali azionisti di Stora Enso. Proprio Stora Enso un’azienda finno-svedese operante nella produzione di pasta della carta e della cellulosa a livello mondiale è al lavoro su un interessante materiale: la kraft lignina – una versione raffinata della lignina, una sostanza che contiene al suo interno almeno un quarto di legno e lega tra loro le fibre dell’albero.
Aziende in corsa per innovarsi
Nonostante l’Europa si sia trovata a gestire negli ultimi dieci anni un calo del 25% della domanda di carta, questo resta ancora un settore chiave per l’esportazione dei paesi nordici che sono riusciti a convertire le imprese orientandole verso altri segmenti come gli imballaggi e i prodotti per l’igiene. Vedendo del potenziale negli utilizzi alternativi del loro legname, le aziende che hanno tradizionalmente messo relativamente poco denaro nella ricerca stanno cercando ora di intensificare la spesa per l’innovazione, con l’obiettivo di diversificare ulteriormente.
Un approfondimento sulla ricerca e sull’innovazione del materiale carta e dei suoi derivati a base cellulosica nel settore dell’architettura e del design la trovate nell’articolo “Il futuro dell’architettura e design in carta – Studi e progetti all’insegna di innovazione e sostenibilità”.
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