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Immagine del redattoreEmiliano Galigani

Carta dinamica e sostenibile

L’esperimento con la carta è ambizioso e fondamentale, ma richiede ricerca e sviluppo generale. La progettazione integrata architettonica e ingegneristica può sposarsi con l’innovazione e l’uso di materiali e sistemi costruttivi sostenibili.


Lubica Paper Summit 2023

Giulia Bertolucci


Giulia Bertolucci, coordinatrice dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura – sezione di Lucca, e curatrice del settore della sezione Architettura & Design all’interno di Lucca Biennale Cartasia è una figura chiave nell’ambito della promozione dell’utilizzo della carta e del cartone in architettura.

La Biennale ha lanciato una collana di pubblicazioni incentrata su tali materiali. All’interno del primo libro sono raccolte proposte di tipo progettuale così come ricerche a cura di professionisti, studenti e artisti per la produzione di nuovi componenti per l’arredamento e per l’architettura. Bertolucci sottolinea come nel settore dell’architettura spesso si ritenga che la robustezza di un materiale sia direttamente proporzionale alla sua durata nel tempo, tuttavia questa concezione è stata confutata  già in passato, partendo da Buckminster Fuller negli anni ’50, che ha dimostrato come strutture leggere potevano essere altrettanto resistenti e stabili. Ciò ha aperto la strada all’utilizzo della carta e del cartone nell’architettura e nel design tanto che oggi, l’arredamento in cartone, come tavoli, sedie e lampade, è diventato pressoché comune.

Durante il panel Giulia Bertolucci ha presentato diversi esempi di progetti e applicazioni in Europa e nel mondo (come in Giappone, grazie al visionario Shigeru Ban) che confermano come la carta e il cartone possano essere impiegati in maniera innovativa e persino strutturale.  Questi casi comprendono edifici, installazioni temporanee, mobili, strumenti musicali e soluzioni per situazioni di emergenza. Carta a cartone offrono vantaggi ambientali, quali la capacità di riciclo e la leggerezza, insieme a proprietà termiche che contribuiscono all’efficienza energetica. La conoscenza di tali esempi può contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica e potenzialmente a influenzare una revisione delle normative relative all’utilizzo strutturale di carta e cartone nell’architettura.

Il panel introduce Luca Ofria dello studio ATI Project e Dario Distefano di Archicart.


ATI Project

Luca Ofria, membro del team di Ricerca & Sviluppo di ATI PROJECT, ha condiviso con il pubblico l’entusiasmante viaggio della loro azienda nel mondo della carta. Questa esperienza è iniziata molti anni fa e continua ancora oggi, spingendo costantemente i confini della creatività e dell’innovazione. Tutto ha inizio nel 2001, quando ATI Project introduce il concetto di “Generative Circularity” come fondamentale per la loro missione. Questo approccio è orientato a creare progetti generativi che possano essere replicati ed adattati a diverse situazioni, mettendo sempre al centro l’attenzione per la sostenibilità ambientale.

Il percorso di ATI Project passa dunque attraverso diverse fasi: inizia con l’idea iniziale, passando poi alla progettazione e al design. Durante questa fase, vengono apportate ottimizzazioni per definire la forma ideale e sono condotte approfondite analisi sui materiali da utilizzare. La prototipazione è una fase cruciale del processo. Si creano modelli in scala per valutare la fattibilità delle idee. Questi modelli forniscono una visione d’insieme preziosa e guidano le decisioni del team. La produzione è una tappa fondamentale del percorso di ATI Project e coinvolge la collaborazione di Materieunite, un’azienda specializzata nella produzione di elementi per ambienti espositivi. La loro competenza e supporto hanno reso possibile l’installazione della prima esposizione, della durata di una settimana, al Fuorisalone del 2022. Grazie al networking, in particolare alla conoscenza del direttore de Il Sole 24 Ore ATI Project ha ottenuto l’opportunità di partecipare a Lucca Biennale Cartasia con un progetto ad hoc.

I progetti di ATI Project nascono da idee embrionali e passano attraverso analisi approfondite. Si parte dalla forma modulare, rappresentata da una sorta di “Y” svuotata, seguita dallo studio dei giunti per garantire la solidità della struttura. Successivamente, si passa alla fase di produzione in collaborazione con il team di Materieunite. Ogni pezzo, sebbene simile agli altri, è realizzato con differenti tipologie di cartone. Ogni pezzo è dotato di un codice per garantire un montaggio corretto e identificare la base e le estremità corrispondenti. Per questa opera, sono stati utilizzati quattro tipi di cartone, due a triplo strato con diverse grammature e due a nido d’ape Honeycomb, con pesi diversi in base alla loro posizione nell’opera. Durante l’esposizione al Fuorisalone, sono stati pianificati workshop formativi, soprattutto per i bambini, in collaborazione con gli artisti protagonisti. Questi workshop hanno consentito ai partecipanti di creare opere d’arte utilizzando scarti di cartone, sensibilizzando verso il mondo della carta e del riciclo. Successivamente, l’attenzione si è spostata all’installazione a Palazzo Ducale, che ha richiesto un approccio diverso, non più in altezza ma in lunghezza, per sfruttare al meglio la luce solare e rispettare l’ambiente storico. Infine ATI Project ha condiviso l’esperienza della creazione di un workshop di post-laurea, coinvolgendo studenti nella creazione di modelli in scala e miniature per esplorare il processo creativo. Uno studente del master sarà presente, inoltre, a LUBICA 2024 per collaborare con ATI Project nella realizzazione di una nuova installazione.


Archicart

Dario Distefano è il portavoce di Archicart, una PMI innovativa nata nel 2015 a Giarre, in provincia di Catania. L’approccio di Archicart rivoluziona il concetto di “architettura temporanea,” tradizionalmente intesa come un’architettura destinata a durare poco, spesso caratterizzata dall’uso di materiali che generano rifiuti, spesso rifiuti speciali. Archicart sfida alcuni dei principi fondamentali dell’architettura tradizionale e dell’ingegneria, ponendo l’accento sul cambiamento. La loro missione aziendale è focalizzata sulla creazione di una nuova forma di architettura utilizzando il cartone ondulato. Distefano spiega come gran parte della resistenza meccanica dei fogli risieda nella cordonatura del cartone ondulato, che diventa un elemento significativo in termini estetici all’interno dell’architettura.

Questo concetto di “temporaneità” è evidente nei casi studio presentati. Ad esempio, nelle installazioni museali, Archicart espande la superficie espositiva degli spazi museali senza danneggiare gli edifici di grande valore culturale. Anche presso l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede a Roma, dove le Terme di Nerone sono caratterizzate da un’umidità del 99.9%, l’introduzione del cartone ondulato non compromette l’ambiente storico. Le pareti realizzate da Archicart richiedono poche operazioni di montaggio e presentano guide per il fissaggio esterno completamente a secco. Queste pareti sono caratterizzate da una finitura resistente all’umidità e sono in grado di mantenere costante la temperatura e l’umidità interna. Distefano ha fornito esempi concreti, come una palestra a Milano, dove le pareti, già finite in officina, vengono montate su guide di legno da maestranze esterne nel giro di una giornata. Allo stesso modo, le pareti mobili su ruote incernierate puntano alla rapidità di montaggio, alla fruibilità e a un risultato finale di alta qualità.

In contesti legati all’istruzione, l’approccio di Archicart enfatizza il riutilizzo di spazi residuali. Con l’evoluzione dell’istruzione e la necessità di spazi flessibili, le pareti mobili consentono una rapida rimodulazione degli ambienti, superando l’aspetto spoglio del calcestruzzo armato tipico delle scuole degli anni ’70 e ’80. La sfida di Archicart è stata quella di realizzare pareti mobili che rispettino rigorose normative di sicurezza. Infine, nel Parco Nazionale della Corsica, Archicart ha realizzato una visionaria “casa di cartone” con una struttura portante in cartone. Grazie a studi avanzati, è stato possibile creare un pannello capace di sostenere una compressione centrale di circa 8000 chili.













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