Studi e progetti all’insegna di innovazione e sostenibilità.
Il primo numero della collana di pubblicazioni LuBiCa, che raccoglie articoli-studio sul materiale carta in architettura e design.
02/03/23
Dallo scorso lunedì bruciano i boschi della provincia di Lucca, è il nostro territorio e per questo ci tocca particolarmente, ma ovviamente non è l’unico incendio presente su scala mondiale e la gravità rimane altissima ad ogni latitudine.
I dati del WWF del 2021 stimano che negli ultimi 40 anni l’incidenza degli incendi boschivi sia cresciuta del 1.000%.
Bruciano la maggior parte dei polmoni verdi del pianeta, andando a danneggiare non solo le economie locali e i singoli cittadini, ma peggiorando gravemente la già delicata situazione climatica. Al momento brucia gran parte del Sud Europa: oltre settanta roghi sono presenti sul territorio italiano, con più di 600 sfollati; sul territorio spagnolo sono presenti al momento venti fuochi con migliaia di persone evacuate e anche la Francia è in difficoltà.
Negli ultimi 4 anni abbiamo assistito ad alcuni degli incendi peggiori mai documentati: l’incendio dello scorso anno della California ha causato il disboscamento di 73 mila ettari di terreno boschivo; in Indonesia il disboscamento illegale per produrre terreni agricoli continua a essere un grave problema così come in Amazzonia e Angola e Congo hanno battuto quest’ultima per il numero di incendi presenti sull’intero territorio.
Il più eclatante però è l’incendio dei boschi australiani, che ha raso al suolo 186 milioni di ettari di boschi e ha causato la morte di più di un miliardo di animali. Ma sono andati in fiamme anche più di 5 mila edifici e le vittime sono state circa 400. Questo unico incendio ha immesso nell’atmosfera circa 715 milioni di tonnellate di anidride carbonica con un danno all’ecosistema disastroso.
Per questo motivo è urgente sensibilizzare la popolazione mondiale sui temi ambientali. “Considerando che molti di questi incendi sono originati dalle azioni dell’uomo, è bene ricordare che la natura vince sempre, che in questo caso siamo noi gli ospiti indesiderati e che attraverso le nostre azioni negative non stiamo facendo altro che compromettere il nostro futuro.” dice la direttrice della LUBICA, Federica Moretti.
C’Ѐ SPERANZA…
Le risorse della Terra che la aiutano a rigenerarsi sono molte e dalle ricerche ne emergono sempre di nuove, come certificato per esempio dagli studi dell’Università di Helsinki che ci dice essere il terreno stesso, tramite i microorganismi che lo abitano, a fornirci molti strumenti per ridurre la tossicità presente in esso, provocata da residui tossici di lavorazioni industriali e anche della plastica, su cui le ricerche si sono appena aperte e portate avanti per esempio dal Professor Giacomo Pietramellara dell’Università di Firenze. Come iniziative personali si potrebbe decidere per esempio di utilizzare fertilizzanti, pesticidi e concimi naturali ottenuti tramite compostaggio e fermentazione di scarti vegetali e animali, che andrebbero ad arricchire il terreno di sostanze nutrienti, favorendo dunque anche la proliferazione dei microorganismi utili al disinquinamento del suolo. Stefano Mancuso -Università di Firenze- sottolinea che “Piantare nuovi alberi è l’unica soluzione efficace -e anche meno costosa- per ridurre l’anidride carbonica in atmosfera.” e si stima che sarebbe sufficiente un incremento del 20% rispetto a quella attuale per contribuire in modo significativo allo scopo. Sono numerose ormai da anni anche le iniziative promosse da molte associazioni e pagine web che incentivano i loro utenti ad “adottare” piante e animali e molte aziende che, per compensare le proprie emissioni, per ogni prodotto che vendono decidono di piantare un albero.
Ognuno di noi può fare la sua parte per contribuire ad un cambiamento necessario all’essere umano. Noi della LUBICA stiamo cercando di fare la nostra parte per la sensibilizzazione del nostro pubblico, promuovendo iniziative a questo scopo, “sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe” e speriamo che di gocce come la nostra ce ne siano sempre di più!
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